Combattente per indole, la ricciola (nome della specie: Seriola dumerili) è un predatore con eccellenti qualità natatorie. Una volta allamata si produce in fughe e testate impressionanti, tanto più se consideriamo il rapporto tra potenza e dimensioni. Per intenderci, anche esemplari di un paio di chili sapranno farci divertire, a patto che si utilizzino canne da tecnica light e non i “bastoni” da deep jigging, magari abbinati a grossi rotanti e leader da oltre un millimetro. Sarà però nella pesca ai pesci di taglia che si farà una pesca più “etica” e sensata, e ci si toglierà qualche bella soddisfazione.
La pesca della ricciola a jigging (con le esche artificiali)
Nostro obiettivo, comunque, non saranno gli esemplari giovani ma quelli adulti che, per chi non lo sapesse, possono arrivare anche a 60 chili (e rari esemplari record anche oltre)! Dato che non ci pensa la legge a tutelare a dovere questa specie (la misura minima è di appena 30 centimetri…), crediamo che il buon senso sia necessario per evitare inutili stragi: gli esemplari di taglia modesta sono i più facili da catturare e, visto che se ne stanno in branchi numerosi, possono abboccare ai jig anche con notevole frequenza.
Dove si pesca la ricciola?
Nonostante la ricciola sia perfettamente in grado di compiere grandi spostamenti, i luoghi migliori per tentarla sono le secche rocciose che risalgono ripide, suo habitat prediletto.
Ideali sono quelle che si elevano partendo da fondali di una sessantina di metri per salire a quota -10. Hot spot come questi solitamente sono conosciuti dai pescatori e ottenere le “mire” (allineamenti visivi con punti a terra) in genere non è cosa complicata.
Va da sé che un ecoscandaglio agevolerà di molto la nostra battuta di pesca, mostrandoci come sprofonda la roccia e segnalando eventuali prede sotto lo scafo. Nei pressi delle secche rocciose si possono allamare ricciole in qualsiasi periodo dell’anno e, se la conformazione del fondale è simile a quella descritta poco sopra, non importa che la secca si trovi in mezzo al mare o a 200 metri da riva.
Come si pesca la ricciola con le esche artificiali?
Al di là delle mode, pescare una ricciola con le esche artificiali vuol dire far parte della minoranza dei pescatori, visto che la tecnica più adoperata è la tradizionale pesca a traina con esca viva.
La pratico anche io, al punto che con la mia azienda ho realizzato la canna da traina Amato Defender che è ottima, la puoi ordinare su questo sito e te la consiglio.
Affrontiamo ora l’argomento ricciola a jigging cercando di capirne di più: partiremo dagli aspetti biologici che la caratterizzano fino ad arrivare alla tecnica verticale, alle montature corrette e al tipo di assist hook che è meglio montare a fondo lenza. Anche la ricerca degli spot avrà la sua importanza, come la scelta di un’attrezzatura adeguata alla taglia media delle prede. Questo che potrebbe sembrare un articolo per esperti appassionati sarà invece utile, ci auguriamo, anche per chi è alle prime armi, perché nel vertical jigging i risultati (ovvero i pesci grossi come le ricciole) possono arrivare anche all’amo di chi sta cominciando a pescare.
Ricciola: morfologia
Il corpo della ricciola è allungato e compresso. La testa è grande così come la bocca, munita di denti molto piccoli. La livrea è grigia con toni che possono tendere all’azzurro sul dorso e al giallo-oro sui fianchi, più marcati ai lati della testa. Il ventre è bianco. Il peduncolo caudale è sottile, e la coda falciforme. La ricciola ha due pinne dorsali, la prima corta con raggi spinosi. Questo bel predatore può raggiungere i 2 metri di lunghezza e gli 80 chili, per questo può essere indicato come il “peso massimo” del vertical nostrano, l’avversario con cui tutti, prima o poi, sperano di confrontarsi.
Abitudini gregarie del branco di ricciole
La Seriola dumerili è un pesce pelagico che conduce vita gregaria allo stato giovanile, isolandosi in piccoli gruppi con l’avanzare dell’età. In particolare, gli esemplari fino ai 4 o 5 chili cercano spesso il cibo nei primi metri d’acqua prossimi alla superficie. Per questo motivo può capitare un’abboccata proprio quando l’esca sta per raggiungere la barca, cioè nel momento di minore attenzione, visto che le seriole di taglia prediligono stazionare a mezz’acqua o a fondo.
Quando le ricciole sono in branchi numerosi capita che scatti una competizione per attaccare il jig. In questi casi la possibilità di fare grandi pescate è più che concreta, ma lasciamo il da farsi al buon senso di ognuno, prima ancora che al limite di legge (5 chili per pescatore). Va detto comunque che pescare esemplari di piccola taglia con un’attrezzatura da vertical, ideale per pesci adulti, ci farà divertire poco. Ma a chi volesse provare l’emozione di catture a raffica di piccole ricciole consigliamo di montare un assist singolo. Spesso, infatti, il secondo assist va a pungere il pesce dopo che è stato allamato, provocandogli un’inutile ferita, inutile soprattutto perché, se è piccolo, lo libereremo subito, da veri pescatori.
Assist hook e ami per montare i jig (esche artificiali)
Nel vertical mirato alle ricciole di peso tutto il complesso pescante deve essere affidabile e testato.
Si può intuire che con un pesce “tutto muscoli” che può pesare quanto noi eventuali difetti nella montatura verranno inevitabilmente alla luce nel combattimento. Per questo i nodi devono essere perfetti, magari fermati anche con una goccia di colla cianoacrilica, e gli assist hook devono essere realizzati con ami 7/0 o superiori, da scegliere tra quelli a filo spesso.
A chi è solito realizzare da sé i propri assist ricordiamo che la trazione allo spunto della ricciola di taglia è veramente altissima, per cui un amo di qualità mediocre o a filo troppo fine può aprirsi o anche spezzarsi di netto.
Lista di consigli per prescare la riggiola a jigging:
- Usare la migliore canna da pesca a jigging (in rapporto con grammatura esca e fili utilizzati);
- Usare leader fatto con il migliore filo fluorocarbon (diametri consigliati per grosse ricciole 0,60 – 0,73);
- Aver tarato la frizione del mulinello in full strike prima di iniziare a pescare;
- Battere precise zone di mare calcolando le passate che farà la barca in deriva;
- Animare l’artificiale con cadenza ritmica della canna (il recupero col solo mulinello non è adatto)
- Variare spesso colorazione/grammatura/modello del jig